Indicazione ingannevole del flusso luminoso espresso in lumen

 

Il tribunale dà ragione a XAL

 

La sentenza pronunciata dalla corte d’appello di Francoforte nella controversia che ha visto contrapposte XAL e Planlicht per informazioni ingannevoli contenute nel catalogo è un passo importante nella direzione di una maggiore trasparenza nel settore illuminotecnico. La sentenza è passata in giudicato.

Graz, 23 marzo 2016 - Per i progettisti illuminotecnici la decisione che sta alla base della scelta delle soluzioni di illuminazione è determinata fondamentalmente da valori precisi riferiti a intensità del flusso luminoso e potenza del sistema. Soprattutto nel caso in cui si utilizzino luci a LED di alto livello, i progettisti illuminotecnici partono dal presupposto che possono fidarsi dei dati forniti dai produttori. In realtà i valori dichiarati nei cataloghi cartacei e digitali di alcuni produttori non sono affatto trasparenti. Così capita regolarmente che il dato relativo all’intensità del flusso luminoso si riferisca soltanto al LED o alla scheda elettronica e sia pertanto sensibilmente più elevato del flusso luminoso effettivo della lampada. Per i progettisti questo valore non è significativo, non essendo corrispondente al flusso luminoso della lampada vera e propria. Il problema è acuito dal fatto che non sempre vengono prese in considerazione le potenze assorbite corrette, ma quelle senza reattori elettronici, che presentano valori inferiori alla potenza assorbita effettiva. In questo modo si finisce per distorcere il valore relativo all’efficienza, indicato in lumen/watt.

I clienti, basandosi su questo genere di dati ingannevoli presenti nel cataloghi, si trovano ad affrontare rischi considerevoli, tra i quali figurano valori in lux troppo bassi,  dimensionamento insufficiente delle protezioni sulla linea e  ipotesi relative ai dati sull’efficienza che si rivelano troppo ottimistiche.

Allo scopo di contenere al massimo simili rischi per i clienti ed evitare di scegliere le lampade sulla base di false premesse, il produttore leader XAL, in un caso particolarmente esemplare di informazioni ingannevoli contenute nel catalogo, ha deciso di promuovere un’azione giudiziaria contro l’azienda Planlicht. La stessa XAL nei cataloghi punta alla massima trasparenza e desidera per i clienti, oltre a una comparabilità che si estenda all’intero settore, la sicurezza della progettazione.

Nel gennaio 2016 la Corte d’appello di Francoforte si è pronunciata a favore di XAL accogliendo i seguenti principi, particolarmente importanti, affermati da XAL:

  • Ci si dovrà astenere dalla pubblicizzazione di lampade a LED con valori in lumen riferiti al solo LED e non alla lampada se i clienti non sono messi nelle condizioni di riconoscere chiaramente ciò a cui si riferisce effettivamente l’informazione.
  • Un’indicazione non distintamente correlabile del tipo “dati relativi ai lumen=valore scheda elettronica” nel testo generale della descrizione non è pertanto sufficiente.
  • Per la pubblicizzazione di lampade a LED non potrà essere indicata una potenza assorbita che sia inferiore alla potenza assorbita effettiva.
  • Soltanto una lampada il cui valore di UGR (Unified Glare Rating) sia effettivamente inferiore a 19 potrà, quindi, essere pubblicizzata in questo modo. Se altre lampade della stessa famiglia non soddisfano tale criterio non potranno essere pubblicizzate con le stesse modalità.
     

“Siamo convinti che questa sentenza rappresenti un precedente importante e sia un contributo a favore di una maggiore trasparenza nell’intero settore illuminotecnico. Come produttori di soluzioni illuminotecniche di alto livello riteniamo che sia nostro preciso dovere fornire ai nostri clienti la piena sicurezza della progettazione”, sottolinea Harald Dirnberger, amministratore delegato di XAL GmbH.